Una vasta operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha portato all’arresto di sei persone coinvolte in un giro di furti di dati sensibili dai principali database strategici italiani. Tra i dati rubati, ci sono informazioni fiscali, sanitarie e personali di diverse figure pubbliche, tra cui politici di alto profilo, membri delle forze dell’ordine, e persino personalità del mondo accademico. Tra gli obiettivi dell’organizzazione criminale c’erano anche figure di spicco come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esponenti del governo e leader di partiti politici.
I dati rubati comprendevano informazioni sanitarie dettagliate, dati fiscali riservati e comunicazioni personali, incluse email private. Gli hacker, attraverso un sofisticato sistema di accesso illegale, sono riusciti a penetrare nei database di istituzioni strategiche come Sdi, Serpico, INPS e Anagrafe, compromettendo la sicurezza di migliaia di individui. Le informazioni sottratte venivano successivamente vendute nel deep web per scopi economici e politici, con l’intenzione di sfruttare tali dati per ricatti o per ottenere vantaggi commerciali.
Gli arrestati, tra cui hacker, consulenti informatici e membri delle forze dell’ordine, utilizzavano la loro conoscenza per accedere illegalmente ai sistemi governativi e sottrarre informazioni strategiche. Le indagini, che hanno coinvolto perquisizioni su scala nazionale e internazionale, mirano ora a chiarire le ramificazioni dell’organizzazione e identificare tutti i soggetti coinvolti. Le autorità stanno anche valutando il possibile coinvolgimento di altre persone legate all’organizzazione, sia in Italia che all’estero.
Questa operazione mette in luce ancora una volta le vulnerabilità dei sistemi informatici delle istituzioni pubbliche italiane e l’importanza di una maggiore sicurezza cibernetica per proteggere i dati sensibili. La necessità di investire in infrastrutture di sicurezza avanzate e di rafforzare i protocolli di controllo degli accessi è fondamentale per prevenire futuri attacchi e garantire la protezione delle informazioni critiche del Paese.